Correva l’anno 1981 e in televisione impazzavano le pubblicità dei più svariati giochi per bambini. Uno di questi, che ricordo di aver ricevuto in dono da mia mamma in un pomeriggio d’autunno, era Robapazza la palla che Strumpallazza. La cui pubblicità faceva così: “La palla pazza è impertinente e se la svigna molto abilmente, quando tu pensi di averla in pugno, è proprio quando ce l’hai sul grugno“.
Ma di cosa si trattava effettivamente? Di una palla “magica” di colore arancione o nero, buffa e imprevedibile, che veniva lanciata e che poi faceva un po’ quello che voleva. Robapazza la palla che Strumpallazza venne commercializzata in Italia da GIG e per qualche tempo divenne l’oggetto del desiderio dei bimbi.
Dispettosa e simpatica, pareva essere animata, dato che le direzioni che prendeva ad ogni lancio erano assolutamente imprevedibili. In realtà il trucco c’era, ed era anche piuttosto semplice. Al suo interno nascondeva una sfera di piombo dal baricentro spostato. Certo, a vedere oggi la Robapazza la palla che Strumpallazza non parrebbe nulla di che, ma quando si hanno 3-4 anni e l’era tecnologica non è ancora arrivata, questo giocattolo pare davvero il più bello del mondo. Almeno per alcune settimane, prima di stancarcisi e riporla nel cassettone dei giochi.