Questo videogioco è a forte impatto emotivo, vi commuoverà enormemente: molto più di un viaggio digitale da scoprire nel tempo libero.
C’e stato un tempo in cui i videogiochi venivano definiti prodotti di divertimento fini a sé stessi. Niente a che vedere con film, serie TV, programmi televisivi di vario tipo e genere. Il mondo videoludico, per molto tempo, ha condiviso con quello dei cartoni animati il solito pregiudizio che sicuramente chiunque appassionato di entrambi i prodotti d’intrattenimento avrà avvertito in vita sua: sono cose per bambini, pensate a crescere e a fare qualcosa da adulti.
Chiaramente non è più così da diverso tempo ormai, e anche se qualcuno ha ancora tale considerazione di videogiochi, cartoni animati, anime, fumetti, manga e via dicendo, è una considerazione molto più marginale e ristretta di qualche anno fa.
Anche perché, spesso, quanto raffigurato in un videogioco sa essere a dir poco all’altezza anche dei migliori film usciti al cinema. Ci viene in mente, adesso, solo l’ultimo esempio che conferma questo ribaltone straordinario dal punto di vista artistico, di design e narrativo. Qualcosa che, ve lo assicuriamo, potrebbe commuovere e sorprendere anche il più scettico anti-videogame al mondo.
Quando qualcuno cade, noi continuiamo: tutto in una frase
Clair Obscur: Expediton 33 non parla solo di perdita, ma anche di disperazione. Sia all’inizio del gioco, quando una spedizione parte per portare a termine una missione quasi impossibile, ovvero quella di fermare un ciclo di morte e distruzione creato e portato avanti dalla Pittrice; e alla fine, nel momento esatto in cui tutti i nodi vengono al pettine. Quando la pittrice è soltanto una figura di ciò che si cela davvero dietro a ogni personaggio, a partire da Maelle. In un certo senso, il videogioco ci dà delle risposte fin dall’inizio della sua storia: “Quando qualcuno cade, noi continuiamo”.

Clair Obscur: Expedition 33, un videogioco estremamente amato dai videogiocatori e dalla critica (www.retrogamesplanet.it – X GermanStrands)
Molto più di una frase, che colpisce nell’animo tutti i videogiocatori e tutte le videogiocatrici. Sta tutto in questo semplice susseguirsi di parole. I protagonisti della storia, appena iniziato il loro viaggio, vedono i propri compagni essere brutalmente assassinati uno dopo l’altro. Devastante, struggente. Ma decidono di continuare comunque. Di andare oltre a quella inconcepibile realtà. Scelgono di portare avanti la loro vita, affrontare la loro avventura nell’unico modo possibile: andando avanti, proseguendo senza guardarsi indietro. Non è in fondo quello che facciamo tutti quanti, nella vita di tutti i giorni? Perdere qualcuno può fare male, in certe occasioni segnarci profondamente.
Ma continuiamo. Ci rialziamo. Usciamo, andiamo in palestra, camminiamo, leggiamo, ridiamo, piangiamo, viviamo. Con coraggio e con carattere. Anche se non sempre tutto va come vorremmo che andasse. Perché è giusto così. Crogiolarsi in ciò che è andato storto, invece, porta soltanto verso un unica strada, quella a cui i produttori del videogioco ci hanno guidato nella fase finale dello stesso, mettendoci dinanzi a un doppio finale che pone il giocatore verso un quesito semplice ma a volte difficile da accettare, specialmente per chi ha a che fare con un trauma profondamente doloroso: meglio esistere fuori dalla realtà, o accettare la vita esattamente per quel che è, in ogni caso.
Un videogioco emozionante e struggente: più di un prodotto d’intrattenimento
Il dolore. Ce ne dimentichiamo, lo insultiamo, lo ignoriamo, lo cambattiamo. Non ci piace il suo sapore, non ci vogliamo avere niente a che fare. Ma quando qualcosa di davvero brutto ci accade, possiamo soltanto accettare le cose per quello che sono: a volte orribili, in altri casi dolorose, per quanto reali. Clair Obscur: Expedition 33 parla di tutto questo e molto di più. E lo fa in maniera delicata e struggente. Una carezza tra la vita e la morte che ha fatto piangere a dirotto milioni di videogiocatori, ammaliati da un prodotto narrativo maturo e ad alto impatto emotivo. Non è semplicemente un gioco che si rifà ai Japan RPG, almeno nella costruzione della storia.

Un viaggio nel dolore di una perdita profonda e nella sua accettazione (www.retrogamesplanet.it – X Game Informer)
La narrativa di questo videogioco dimostra di essere molto più profonda e complessa, infatti, rispetto a quanto viene solitamente eseguito dai produttori giapponesi. Ed è crudo, molto più crudo. All’interno della meravigliosa opera realizzata da Sandfall Interactive si parla di lutto, del dolore che provoca una perdita importante e dell’orribile appuntamento con la verità, che però tutti i personaggi principali del gioco devono affrontare prima o poi. Il tema della perdita, ma anche quello della separazione al centro di questo gioco. Perché la scomparsa di qualcuno di importante può portare anche alla spaccatura dei rapporti fra coloro che sono rimasti.
Quanto fa male dover accettare la scomparsa di qualcuno che ritenevamo inseparabile? Quanto è doloroso dirgli addio e, semplicemente, dover andare avanti con la nostra vita? la risposta esatta la conosciamo tutti quanti. Tantissimo. Ma è qualcosa di inevitabile. A volte la vita ci costringe ad affrontare cose davvero orribili e strazianti, dalle quali non possiamo esimerci, perché è molto peggio farsi corteggiare da una splendida bugia che bagnarci con una crudele verità.
E a pagarne il prezzo più grande, spesso, sono le stesse persone che non osano aprire quella porta, per paura di vedere il mostro che gli ha portato via il loro amato amico, fidanzato, marito, figlio, fratello. Scoprendo, però, come accade in Clair Obscur: Expedition 33, che non c’è alcun mostro nella stanza. Solo un luogo vuoto, solo, buio e privo di anima. Come una verità mai accettata, un dolore non superato e una enorme voragine rimasta scoperta e mai cicatrizzata.
Perché, a volte, la paura di star male supera la sofferenza stessa. E a pagarne le spese e gli interessi, anche quando è finito tutto da molto tempo, siamo proprio noi. Noi e le nostre speranze, che ci annegano in un abbandono al dolore senza fine. Qualcosa che i protagonisti di Clair Obscur: Expedition 33 hanno dovuto imparare a loro spese, e non solo, durante tutto il viaggio della spedizione e pure dopo. Qualcosa che, anche noi, ogni giorno siamo costretti ad affrontare.

Un gioco che ha fatto piangere un sacco di persone (www.retrogamesplanet.it)










