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Non solo gioielli, anche la Gioconda sparì dal Louvre: il piano incredibile messo in atto dal ladro

gioconda rubataHanno rubato la Gioconda? - Retrogamesplanet.it

Il furto della Gioconda nel 1911 sconvolse la Francia e il mondo, trasformando il capolavoro di Leonardo in un’icona globale tra indagini, misteri e patriottismo.

La Gioconda, capolavoro immortale di Leonardo da Vinci, rimane uno dei dipinti più ammirati e studiati al mondo. Conservata presso il Museo del Louvre di Parigi, questa celebre tela a olio su tavola di pioppo, realizzata tra il 1503 e il 1506, continua a incantare circa trentamila visitatori al giorno grazie al suo enigmatico sorriso e al mistero che la circonda. Tuttavia, la storia di questo ritratto è stata segnata da un episodio che ha suscitato scalpore e fascino internazionale: il furto della Gioconda nel 1911, un evento che ha trasformato per sempre la fama dell’opera e del suo autore.

Il Furto della Gioconda: un colpo audace e patriottico

Nella mattina del 22 agosto 1911, Parigi si svegliò con una notizia incredibile: la Gioconda era sparita dal Louvre. A scoprire il furto furono due artisti intenti a studiare il dipinto, che si accorsero che la parete dove era esposta era improvvisamente vuota. Il furto, orchestrato con estrema semplicità ma grande determinazione, fu opera di Vincenzo Peruggia, un decoratore italiano che aveva lavorato nel museo e conosceva bene i suoi meccanismi interni.

Peruggia, nato a Trezzino (Dumenza) nel 1881, aveva un forte sentimento patriottico: credeva infatti che il capolavoro fosse stato trafugato dall’Italia e volesse “restituirlo” alla sua patria. La realtà storica, però, racconta che la Gioconda fu portata in Francia dallo stesso Leonardo nel 1516 e venduta al re Francesco I, entrando così nelle collezioni reali francesi. Ignaro di questa verità, Peruggia si nascose nel museo durante il giorno di chiusura, il 21 agosto, e all’alba strappò il dipinto dalla sua cornice, lo avvolse nella sua giacca e uscì da una porta secondaria senza destare sospetti.

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Furto della gioconda: quando è successo – Retrogamesplanet.it

La fuga fu rocambolesca: salì su un autobus sbagliato, si fece poi accompagnare con un taxi e riuscì a mettere al sicuro la Gioconda in un appartamento parigino. Per un lungo periodo, ben 28 mesi, nascose il dipinto prima di riportarlo in Italia, nella sua casa di Luino.

Il furto scatenò un’ondata di sospetti e indagini senza precedenti. La polizia francese si mosse rapidamente, bloccando le uscite del museo e interrogando tutti i dipendenti e gli operai presenti. Non mancarono arresti eccellenti, come quelli del poeta Guillaume Apollinaire e di Pablo Picasso, sospettati ingiustamente di complicità. La stampa internazionale alimentò teorie fantasiose, persino ipotizzando un furto su commissione da parte di un collezionista statunitense o di un’azione politica mossa dall’Impero tedesco.

Peruggia, invece, passò inosservato e riuscì a lasciare Parigi con la Gioconda. Il suo errore fu farsi avanti nel 1913 per vendere il dipinto: inviò una lettera all’antiquario fiorentino Alfredo Geri, proponendo la restituzione in Italia in cambio di un riscatto. L’antiquario organizzò un incontro a Firenze con il direttore degli Uffizi, Giovanni Poggi. Il 12 dicembre 1913 Peruggia consegnò il dipinto, che fu riconosciuto autentico, e fu arrestato dai Carabinieri il giorno successivo.

Il processo, tenutosi nel giugno 1914, si concluse con una condanna mite: Peruggia fu riconosciuto colpevole ma con attenuanti, tra cui la sua presunta “infermità mentale” e soprattutto il movente patriottico. Scontò una pena di pochi mesi, accolto con simpatia dall’opinione pubblica italiana che lo considerò quasi un eroe.

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