C’è stato un tempo in cui gli amanti delle avventure grafiche potevano godere di almeno un capolavoro all’anno, molto spesso anche di più. Dopo i fasti di Monkey Island 1 e 2, pubblicati nel 1990 e nel 1991, il 1993 vede protagonisti il cane Same il coniglio Max, personaggi principali di Sam & Max: Hit The Road, capolavoro firmato LucasArts.
STORIA DI SAM & MAX: HIT THE ROAD
Davvero bei tempi, per chi amava i punta e clicca. Quelli della LucasArts, poi, erano permeati di umorismo, ricchi di puzzle non troppo semplici da risolvere e impreziositi da personaggi che sarebbero di lì a poco entrati di diritto nella storia dei videogames. Sam & Max è un’avventura grafica folle, geniale, coloratissima, sboccata a volte, sopra le righe sempre ma mai illogica o frustrante. Sam e Max erano due personaggi protagonisti del fumetto “Sam & Max Freelance Police”: il loro creatore, Steve Purcell, fece dono di questi due personaggi alla LucasArts. Anzi, in realtà i diritti del gioco appartengono a Purcell, il quale a sua volta si ispirò ai disegni infantili abbozzati da suo fratello minore.
I due animali antropomorfi sono degli investigatori privati, a dire il vero non di grande successo, che questa volta devono risolvere un caso spinoso e tutt’altro che semplice. I due devono ritrovare Bruno il Piedone, la principale attrazione del luna park di proprietà dei fratelli Kushman. Il primo sospettato è una star della musica country, quel Conroy Bumpus che pare proprio essere il colpevole. Le cose potrebbero non stare così e starà a Sam e Max far luce sulla vicenda, interrogando i sospetti e ispezionando le varie location del gioco.
GRAFICA E ANIMAZIONI, TANTO DI CAPPELLO
La grafica, inutile sottolinearlo, è quella che caratterizza le avventure grafiche punta e clicca della Lucas dei primi anni ’90: tanti bei pixel, colori a profusione, sprite puliti, personaggi dalla spiccata personalità e fondali fumettosi. Il look generale del videogioco è quello del fumetto da cui è tratto, proprio così come Purcell lo aveva inteso sin dall’inizio. Gli scenari sono piuttosto folli e pullulano di oggetti strambi e spassosi, che molto spesso serviranno anche ai fini della risoluzione del caso.
I personaggi di Same Max sono animati in maniera eccellente e le loro “espressioni” sono esilaranti, così come divertenti sono molte delle frasi da loro pronunciate. Se poi pensiamo che si tratta della prima avventura grafica della LucasArts doppiata in italiano, il voto al comparto sonoro sale ancor di più. Come spesso sottolineiamo, anche le musiche contribuiscono in maniera determinante al successo di un videogioco: i temi musicali calzano a pennello le varie location e le diverse situazioni.
L’inventario non è più posto nella parte inferiore dello schermo, con le varie azioni eseguibili tipiche di giochi come Monkey Island, bensì è raffigurato da una scatola collocata nella parte inferiore sinistra dello schermo. Cliccando F5 apparirà il menu di gioco, con un puntatore che all’epoca parve rivoluzionario perché permetteva di svolgere tutte le azioni principali del personaggio che si stava controllando.
La longevità è molto buona e a un certo punto, nonostante alcune ambientazioni risultino inutile, si potrà andare un po’ ovunque e girare a piacimento. Come detto, non aspettatevi enigmi troppo facili (a meno che non vogliate sbirciare sul web e cercare la soluzione del gioco), il che è assolutamente un bene se vogliamo goderci a pieno questa pazza avventura, riproposta in anni più recenti con grafica rimasterizzata e nuovi episodi.
GENERE: Avventura grafica
ANNO: 1993
CASA DI SVILUPPO: LucasArts
PUBBLICATO DA: LucasArts
PIATTAFORMA: MS-DOS, Amiga, Mac OS, Atari ST, Sega CD, FM Towns
SUPPORTO: Floppy disk, CD-Rom
IL SUO SEGUITO È: Sam & Max Season One