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Così questo sito ruba i tuoi dati per addestrare l’IA: come difenderti

il sito che ruba i datiIl sito che ruba i dati con l'AI - linkedincaffe.it

Il sito che utilizzerà i dati degli utenti per l’intelligenza artificiale: ecco spiegato come proteggersi nel modo migliore.

A partire dal 3 novembre 2025, LinkedIn ha introdotto una svolta significativa nelle modalità di gestione dei dati degli utenti, con l’obiettivo di condividere le informazioni con Microsoft per l’addestramento di modelli di intelligenza artificiale generativa e la personalizzazione della pubblicità. Questa decisione ha suscitato un acceso dibattito, soprattutto in relazione alla conformità con il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) dell’Unione Europea e al principio del consenso esplicito.

Nuovi termini di utilizzo: condivisione dati per AI e pubblicità

La piattaforma professionale, di proprietà di Microsoft dal 2016, ha aggiornato i suoi termini di utilizzo prevedendo la condivisione automatica dei dati degli utenti con la casa madre. Secondo le informazioni diffuse, i dati raccolti – che includono i profili pubblici, le attività sul feed e le interazioni con gli annunci pubblicitari – verranno impiegati per addestrare i modelli di AI generativa, con l’obiettivo di migliorare funzioni come il reclutamento del personale, facilitando l’individuazione di candidati idonei da parte dei responsabili delle risorse umane.

Oltre all’impiego per l’intelligenza artificiale, la condivisione dei dati servirà anche a perfezionare la personalizzazione degli annunci pubblicitari sui prodotti Microsoft, incrementando la pertinenza delle campagne pubblicitarie basate sulle attività e i contenuti LinkedIn degli utenti.

come preservare la privacy dal sito che ruba i dati con l'ai

Tutela dei propri dai dal sito che li ruba con l’AI – linkedincaffe.it

La scelta di attivare automaticamente questa condivisione dati ha alimentato numerose preoccupazioni circa la tutela della privacy. La modalità adottata è infatti quella dell’“opt-out”: gli utenti sono inclusi di default nel programma di condivisione e devono intervenire manualmente per disabilitare la funzione. Questa modalità contrasta con il modello del consenso esplicito, che rappresenta una pietra miliare del GDPR.

Nonostante LinkedIn affermi la piena conformità normativa, offrendo un’opzione per disattivare la raccolta dati a fini di addestramento AI, esperti di protezione dei dati sottolineano la scarsa trasparenza e il rischio che molti utenti non vengano adeguatamente informati delle modifiche. Il fatto che la responsabilità di disattivazione ricada sull’utente può portare a un’inclusione non consapevole nel sistema di condivisione.

Come disattivare la condivisione dei dati su LinkedIn

Per chi desidera preservare la propria privacy e impedire che i dati personali vengano utilizzati da Microsoft per l’addestramento dell’intelligenza artificiale o per la pubblicità mirata, è fondamentale agire tempestivamente prima del 3 novembre 2025.

La procedura per disattivare la condivisione è la seguente:
– Accedere al proprio profilo LinkedIn;
– Cliccare sull’icona con il proprio nome in alto a destra;
– Selezionare la voce Impostazioni e privacy;
– Scorrere fino alla sezione Privacy dei dati;
– Individuare l’opzione Dati per migliorare l’IA generativa e disattivarla.

È importante ricordare che questa azione impedirà solo l’uso futuro dei dati per l’addestramento di nuovi modelli di AI e non ha effetto retroattivo sui dati già impiegati per la formazione di modelli esistenti. Per questo motivo, si consiglia agli utenti di verificare e modificare le impostazioni prima della scadenza indicata per mantenere il controllo sui propri dati.

LinkedIn non è l’unica piattaforma social a utilizzare i dati degli utenti per alimentare i propri algoritmi di intelligenza artificiale. Aziende come Meta e X (ex Twitter) hanno adottato strategie simili, sfruttando contenuti pubblici raccolti nel corso di decenni per allenare i loro modelli di AI. Tale pratica, seppur diffusa, solleva dubbi rilevanti in termini di privacy e trasparenza.i.

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